mercoledì 23 novembre 2011

Novembre

Immagino che se vi damandassi:"Quale mese dell'anno vorreste eliminare dal calendario?"
Le risposta più gettonata sarebbe:
"Novembre!"
In effetti questo mese, all'apparenza, ha ben poco di allettante: non ci sono feste o ricorrenze particolari ad esclusione dei Santi e (potete darvi una toccatina) della Commemorazione dei Defunti, che gli sono valse la fama di mese "triste e stanco"
Novembre è associato alle nebbie e al freddo che avanza, mentre le giornate, sempre più corte, invitano a cupe riflessioni sulla caducità della vita.
E' un mese di passaggio: nei primi dodici giorni detti del dodekameron, i celti celebravano il loro capodanno, il Samain, del quale troviamo tutt'oggi un'eco nella festa di Halloween. Tempo di transizione sono i primi giorni novembrini, un "tempo fuori dal tempo" e, come in ogni altro periodo che segna il trascorrere da una stagione all'altra,si pensava che i morti tornassero sulla terra.
La prima decade di Novembre è affine, per riti e tradizioni, ad un altro "tempo di passaggio" che è quello tra febbraio e marzo; non a caso i riti del Carnevale, con le loro maschere, cui è spesso associato il falò del Carnevale stesso, hanno un che di macabro e inquietante.
I morti che tornano, a volte burloni a volte eteree figure malinconiche, sono presenti in parecchie culture, guardati con un misto di affetto e timore e le maschere altro non sono che un tentativo di esorcizzarli. Abbiamo morti buoni che portano doni ai bambini, come succede nelle terre del meridione d'Italia, oppure presenze inquietanti come accade in Trentino, dove gli abitanti dei villaggi usano lasciare agli spettri di parenti e amici dei regalini per non incappare nella loro ira.
Il santo del mese è Martino, vescovo di Tours, vissuto nel 300, che si distinse come persecutore degli antichi culti pagani soprattutto di quelli di tradizione celtica, ma la cui iconografia è stranamente ricalcata proprio su una divinità celtica. Martino è infatti raffigurato con una mantellina corta sulle spalle dopo che aveva tagliato in due il suo mantello per rivestire un mendicante.
Sappiamo che i Celti della Pannonia veneravano un misterioso cavaliere, signore del mondo infero e della rinascita, talvolta raffigurato con un corto mantello e accompagnato da un'oca. L'oca, animale associato San Martino nelle raffigurazioni e nei proverbi, (Chi non ricorda per san Martino, oche castagne e vino) era per i celti il misterioso messaggero dell'aldilà.
Mese di transizione dunque Novembre (fare San Martino significa in molte parti d'Italia traslocare), mese feriale per eccellenza. Non a caso il segno zodiacale che lo governa è il misterioso Scorpione. Costellazione associata alla morte necessaria ad ogni rinascita, indice della macerazione e del ritorno al caos indispensabili per tornare a nuova vita.
Eppure, benchè poco amato - io stessa amo le stagioni decise, la luce abbagliante di luglio, Novembre ha molti doni da offrire. Non so se avete notato i fiori di questo periodo: i crisantemi declinati nelle tonalità calde del giallo e dell'arancio, le eriche di un rosso cupo, i ciclamini. Tutte specie forti e resistenti al freddo e alle intemperie. E poi i frutti saporiti e sostanziosi. Le melagrane, le castagne, le noci le zucche, quest'ultime entrate nel nostro immaginario come simbolo di trasformazione e rinascita (vi dice niente la favola di cenerentola?)
E' bello nelle sere di Novembre intrattenersi a tavola con amici - nella mia compagnia, molti sono nati in questo periodo- sgranocchiare castagne accanto al fuoco, magari dopo una cena ravvivata dal vino nuovo. Finalmente si possono mangiare cibi "corposi" come bolliti, bigoli con sugo d'anatra o faraona, i bogoni, la polenta,i bei dolci a base di cioccolato o marron glacèe. E finalmente la pearà, una salsa veronese a base di pangrattato e pepe, di cui presto vi darò la ricetta. A me piace molto, ma, visto che non sono amante della carne, la mangio col pane !
Il tempo freddo invita a stare dentro, i pomeriggi che declinano presto convincono a sedersi in qualche "caffè" del centro e scambiare leggere parole scaldandosi le mani attorno ad una tazza di cioccolata.
Non è ancora il tempo delle feste "obbligate" che impongono estenuanti riunioni al desco con famiglie e parenti, o delle noiose cene aziendali.
Ci si incontra e magari si cena assieme così, per il piacere di farlo, per la voglia di stare in compagnia delle persone che ci siamo scelti: i nostri amici.
E' per questo che considero Novembre come il "mese dell'amicizia".
Tra un po' inizia lo stucchevole Dicembre: prepariamoci a stringere mani appiccicose di canditi e zucchero filato.

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