domenica 24 giugno 2012

Giovanni, il santo dell'estate


S.Giovanni Battista di Leonardo da Vinci

Nel mio personale almanacco, rilevanza particolare ha la ricorrenza di S. Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno. La festa cade poco dopo il solstizio d’estate, quando il sole inverte il suo cammino e incomincia impercettibilmente a declinare sull’orizzonte. Siamo in un periodo magico, tutte le tradizioni pagane e cristiane, onorano questo giorno, che nel mondo anglosassone è il Midsummer day (l'estate per i celti iniziava in maggio con la festa di Beltane), con rituali e feste.

Stranamente di San Giovanni il calendario cristiano ricorda il giorno della nascita e non quello della morte, come avviene per gli altri santi; ma il Battista, anticipatore di Cristo, nel Vangelo dice di Gesù "Egli deve crescere e io diminuire". Quindi, proprio al sole calante viene collegato S. Giovanni Battista, detto anche S. Giovanni che piange, il cui capo mozzo, secondo tradizione è possibile vedere nel disco solare in questi giorni. Se si pone attenzione al Calendario, si noterà che, a fine dicembre, a ridosso del solstizio invernale è ricordato un altro Giovanni: l’Evangelista, detto S. Giovanni che ride.
Anche la ricorrenza di S. Giovanni, come molte feste cristiane, è ricalcata sulla tradizione pagana che identificava nei solstizi i periodi critici dell’anno, momenti di passaggio, dove si mescolavano l’invisibile e il manifesto. Secondo la religione greca, come ricorda anche l’Odissea, il solstizio estivo era ritenuto la Porta degli uomini, il passaggio delle anime che scendevano a reincarnarsi sulla terra, mentre quello invernale laPorta degli dei attraverso la quale lo spirito libero dalla materia ritornava al cielo. E lo stesso nome Giovanni rimanda per assonanza a Ianus, Giano, il misterioso dio bifronte protettore delle porte che, nell’antica Roma, il collegio dei fabbri usava festeggiare proprio ai solstizi.
Molti sono i riti che ancora oggi sono collegati alla festa di S. Giovanni: riti divinatori, di passaggio, volti a proteggere la natura e i raccolti e che hanno per protagonisti l’acqua e il fuoco. É usanza infatti, in varie parti del mondo, persino nelle regioni settentrionali dell’Africa, accendere falò che purificano le messi, scacciano i demoni e sono di buon auspicio. Come auspicio di fecondità, è in queste notti, il bagnarsi in laghi, fiumi o nella rugiada alla luce della luna. La luna, simbolo di fecondazione e rigenerazione, si trova ora nel suo domicilio naturale, il segno del Cancro, segno delle acque che rimandano all’inconscio, e al rinnovamento.
Fuoco e acqua dunque, sole e luna che simbolicamente si incontrano e celebrano le loro nozze feconde.
Ma i solstizi, come tutti i periodi di passaggio, che nel Calendario cadono anche a fine ottobre e a febbraio, sono momenti critici, di confusione tra mondo terreno e ultraterreno e, non a caso, proprio nella notte di S. Giovanni si radunano le streghe a celebrare il loro Sabba, presso il noce di Benevento. C'è chi vede in questi personaggi, nelle streghe, il ricordo delle divinità pagane, del culto della stessa Luna – Diana, che la tradizione cristiana, non potendo estirpare del tutto, ha demonizzato.
Tante sono le erbe dette di S. Giovanni: piante che, oltre ad assicurare protezione contro gli spiriti maligni, hanno funzioni divinatorie. Un tempo ai vespri la sera della festa, veniva allestito, davanti alla basilica di S. Giovanni in Laterano a Roma, un mercato dove era possibile trovare una gran varietà di queste erbe ritenute “magiche”. Ad esempio, proprio nel periodo solstiziale, era consigliabile comprare l’aglio che avrebbe tenuto lontano le streghe. Oltre all’aglio, secondo una leggenda tedesca, per spaventare i demoni bisognava nascondere sotto la camicia l’iperico, chiamato Johanniskraut, forse perché, strofinando i suoi petali tra le dita queste si macchiano di rosso ricordando il sangue del Battista. Oltre alla protezione, dalle erbe di San Giovanni si traggono profezie, il più delle volte legate al matrimonio o alla fecondità. Se una ragazza in età da marito pone, durante questa notte, un rametto di rosmarino dietro l’orecchio, vedrà in sogno il volto del futuro sposo. Oppure era uso, in molte regioni d’Italia, mettere a macerare in un catino d’acqua esposto all’aperto diverse erbe tra cui il rosmarino, l’iperico e la ruta. L’acqua di San Giovanni avrebbe assicurato fertilità, salute e lunga vita.


E poi...
Alfredo Cattabiani: Calendario, Mondadori, 2003
Alfredo Cattabiani: Florario – Miti, leggende e simboli di fiori e piante, Mondadori 1996
Alfredo Cattabiani: Planetario – Simboli, miti e misteri di astri pianeti e costellazioni, Mondadori 1998 

Alfredo Cattabiani: Santi d’Italia, Rizzoli, 1993



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